Tuesday, April 06, 2010

FIXED GEAR – SCATTO FISSO

La nuova frontiera della mobilità urbana su due ruote si chiama “fixed gear”, ovvero la bici a scatto fisso. Sua antenata è la prima bicicletta mai costruita, semplice, essenziale, funzionale: un telaio in acciaio, due ruote, i pedali ed il manubrio. I freni e tutto il resto vennero dopo. In ambito sportivo viene utilizzata in pista, nei velodromi, ma è tornata in auge grazie ai “messenger” nord americani (che noi chiamiamo ‘pony express’) che, già negli anni ’80, iniziavano a pedalare per le grandi metropoli come New York, Los Angeles e San Francisco. Ben presto la nuova tendenza si è diffusa anche in altre grandi metropoli come Londra, Parigi, Madrid, Tokio ed oggi anche a Milano, Torino, Roma e Bologna, e così ora le fisse non sono più prerogativa dei soli “messenger”.La caratteristica tecnica primaria della fissa è semplicissima: al mozzo della ruota posteriore viene avvitato un pignone che si muove assieme al mozzo, fisso appunto, quindi pedalando avanti la ruota gira in avanti, come tutte, ma pedalando indietro la ruota gira all’indietro, e fermando i pedali la ruota si ferma, fungendo così da unico freno a disposizione del ciclista “fissato”.Le norme stradali in Italia prevedono che vi siano i freni su entrambe le ruote della bici, per questo alcune fisse vengono dotate anche di piccoli freni applicati sulla ruota anteriore (un po’ antiestetici e tutto sommato inutili in una fissa).I ciclisti delle fisse si misurano fra loro in abilità, non solo sfrecciando nel traffico cittadino, ma anche riunendosi in luoghi più appartati dove sfidarsi nei “tricks”, ovvero quei giochetti di abilità che spesso hanno del circense. Anche il gioco del polo in bici si è diffuso rapidamente grazie ai “fissati”. Le regole principali di questo gioco si rifanno a quella aurea di “non avere regole”, se non quella del fair play.Pedalare su una bici a scatto fisso è un’esperienza ed un’emozione unica e insostituibile, oltre che una sfida con se stessi: chi inizia non torna più indietro.

The new frontier of urban mobility on two wheels is called "fixed gear", as to say a bike with a fixed gear. Its ancestor is the first bicycle ever built, simple, essential, functional: a steel frame, two wheels, pedals and handlebars. The brakes and everything else came later. In sport it is used on the track, the velodrome, but is now back in vogue thanks to the North American "messengers" who, back in the '80s, began to ride around in large cities like New York, Los Angeles and San Francisco, where they were doing their job as pony express. Soon the new trend has spread to the other great cities like London, Paris, Madrid, Tokyo and now also in Milan, Turin, Rome and Bologna, and so now the fixed are no longer prerogative only for "messengers." The primary technical feature sets is simple: the hub of the rear wheel is screwed to a cog that moves along the hub, just fixed, so that riding the wheel it will go ahead, but the wheel goes back riding backward, and stopping the pedals, the wheel stops, thus functioning as the only brake available. According to Italian laws, you need brakes on both wheels of the bike, so some fixed is also equipped with small brakes on the front wheel (a little ugly and rather useless on a fixed).
Riders challenge each other in ability, not just dashing in the city traffic, but also gathering in places where they challenge in "tricks" or skills that you may see otherwise only in a circus. Even bike polo has spread rapidly thanks to fixed aficionados. The basic rules of this game follow the main one that says: "there are no rules, but fair play”. Riding a fixed gear is a unique experience and emotion, as well as a challenge to ourselve: who tries it does not turn back anymore.

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